Warning: getimagesize(): Filename cannot be empty in D:\inetpub\webs\unannoinpiemontecom\wp-content\plugins\wp-open-graph\output.class.php on line 306

14 settembre 2007

Procura Torino chiude le indagini sul “Cogne Bis”

L’inchiesta “Cogne Bis” fu avviata in seguito all’esposto presentato da Carlo Taormina per la famiglia Franzoni all’indomani della sentenza di condanna in primo grado a 30 anni per Anna Maria (poi ridotta in appello a16 anni), nel luglio 2004. La difesa sosteneva di avere nuove prove scientifiche della presenza di un’altra persona nella villetta di Cogne il giorno del delitto di Samuele. Nel novembre successivo si apprese che, in seguito a quell’esposto, la Procura aveva iscritto sul registro degli indagati Anna Maria Franzoni, il marito Stefano Lorenzi, l’ex legale Carlo Taormina, i consulenti Enrico Manfredi e Claudia Sferra, l’investigatore privato Giuseppe Gelsomino e alcuni consulenti svizzeri dei Lorenzi. Secondo i magistrati torinesi Giuseppe Ferrando e Annamaria Loreto le tracce che per la difesa erano di sangue e indicavano la possibile via di fuga dell’assassino, sarebbero state in realtà macchie create “ad arte” proprio dal pool difensivo per depistare le indagini. I magistrati di Torino, nella notifica di chiusura delle indagini contestano infatti agli indagati di aver “apposto impronte digitali sulla porta della camera da letto dei coniugi Lorenzi – si legge – e tracce false sul pavimento del garage”, azioni che sarebbero state compiute materialmente da uno dei consulenti svizzeri nominati dalla difesa. Parte lesa del procedimento è il guardaparco Ulisse Guichardaz, vicino di casa della famiglia Lorenzi a Cogne, indicato nell’esposto di Taormina come possibile assassino del piccolo Samuele, da cui l’accusa di calunnia mossa agli indagati. “L’accusa è inconsistente – commentano oggi gli avvocati Vittorio Gatti e Lorenzo Repetti, difensori dei consulenti Sferra e Manfredi – Non riteniamo ci siano gli estremi per poter andare a processo. Le tesi accusatorie sono già state debellate nell’incidente probatorio”. E aggiungono: “I nostri clienti non hanno commesso alcun reato, hanno solo fotografato quello che hanno visto e fare una foto non è reato soprattutto nell’esercizio dell’attività difensionale”.



» ELENCO ARTICOLI 2007 » Un anno in Piemonte «
Stampa
© 2024 ENNECI Communication | Powered by WordPress | Designed by Manager Srl