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28 dicembre 2007

Incendio Thyssen: fiaccolata di solidarietà

Mentre a Torino sfilavano le fiaccole di solidarietà alle vittime dell’incendio della Thyssen- Krupp e all’unico sopravvissuto, a Palazzo di Giustizia sono continuate le indagini alla ricerca delle responsabilità per il rogo del 6 dicembre, costato la vita a sei operai. Alla fiaccolata c’erano più di 400 persone, molte delle quali dipendenti dell’Acciaieria, che hanno dato il loro sostegno anche a Giuseppe Demasi, l’operaio di 26 anni che sta lottando fra la vita e la morte nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cto di Torino. Fra i manifestanti non sono mancati malumori per l’assenza di esponenti delle istituzioni. In Procura, intanto, dopo una riunione tra magistrati e consulenti, i collaboratori dei pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso hanno ascoltato alcuni testimoni. Per ora il fascicolo è aperto per disastro e omicidio colposo all’ad, Harald Espenham, e ai consiglieri delegati Gerald Priegnitz e Marco Pucci. Ieri sera a Palazzo di Giustizia si era ventilata la possibilità di contestare il dolo (per esempio l’omissione volontaria di cautele), ma non se n’è fatto nulla. “Non ci sono iscrizioni per omicidio volontario”, ha detto il procuratore capo Marcello Maddalena, mentre l’aggiunto Raffaele Guariniello si è lasciato sfuggire un “le imputazioni non si toccano”. Gli inquirenti pensano che alla ThyssenKrupp abbiano trascurato la situazione presente nello stabilimento di Torino, che era in via di dismissione. A dimostrarlo ci sono l’esame delle e-mail tra i vertici aziendali e le iniziative della compagnia assicuratrice Axa, che dopo un incendio in uno stabilimento tedesco nel 2006, aumentò la franchigia anche in relazione alle carenze esistenti nell’impianto torinese, fra cui la linea 5 teatro della tragedia. Ma anche in presenza di reati colposi, la Thyssen- Krupp, verrà considerata responsabile a titolo di persona giuridica (e potrà essere condannata, in caso di colpevolezza, a pagare una forte multa) in base alla legge 231 del 2001. L’azienda deve risolvere il caso delle 116 prescrizioni impartite dall’Asl a Espenham (che dunque sarà indagato anche per reati legati alla mancata prevenzione dei rischi) per le violazioni alle norme in materia di sicurezza trovate nell’intero stabilimento: le carenze riguardano il sistema antincendio, gli apparati meccanici e anche il fronte dell’inquinamento, a causa dell’olio industriale o per il mancato abbattimento delle emissioni. L’ultima ispezione, due giorni fa, ha fatto venire alla luce la presenza di una quantità eccessiva di carta oleata (usata per avvolgere le lastre d’acciaio, ma infiammabile) in punti poco adatti. Anche se non riprenderà la produzione nella sede di Torino, la ThyssenKrupp dovrà comunque prendere qualche provvedimento per mettere gli impianti fuori pericolo. Poi gli toccherà una sanzione amministrativa che potrebbe superare i 500 mila euro. Nel frattempo l’Asl ha trasmesso i risultati del proprio lavoro alla commissione parlamentare d’inchiesta. Prima dell’incendio del 6 dicembre, alla Thyssen- Krupp erano state impartite 35 prescrizioni. A fronte delle 116 scoperte nei giorni scorsi, non sono sembrate sufficienti.

 



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