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04 marzo 2005

Rapimento Sgrena: Giuliana è libera, ucciso Nicola Calipari

Al Jazeera, con una scritta che scorre in basso sullo schermo, annuncia all’improvviso, alle 18 e 30, che Giuliana Sgrena è libera. “Liberazione della giornalista italiana rapita a Baghdad”. Al Jazeera, l’emittente del Qatar, cita nel corso dei suoi notiziari “fonti anonime, non identificate”. La notizia fa il giro del mondo. E sono i servizi segreti italiani – loro, il merito della liberazione della giornalista – a informare direttamente il direttore del quotidiano Il Manifesto, che si precipita a Palazzo Chigi. Momenti di grande tensione: ma anche, dopo 30 giorni esatti, di sollievo. Il fratello di Giuliana si dice però “contento ma cauto”. Ed ha, si scoprirà presto e amaramente, ragione. Ma ecco che poco prima delle 20 si comincia già a parlare di un rientro di Giuliana Sgrena in Italia in nottata. Un po’ troppo presto. E infatti, mentre scorrono i minuti, la cronaca della liberazione diventa anche la cronaca di una sparatoria e di una morte. Il veicolo sul quale viaggiava l’inviata coi suoi liberatori, arrivato nelle vicinanze dell’aeroporto di Baghdad, viene raggiunto dal fuoco di un blindato americano. Giuliana Sgrena resta ferita al braccio. Ma muore, nell’atto di proteggerla, l’agente del Sismi Nicola Calipari, il mediatore. “L’eroe più vero di questa tormentata vicenda” dice il Ministro dell’Interno Pisanu. Altri due agenti del servizio segreto militare restano feriti. Uno in modo serio. L’esultanza per la liberazione dell’ostaggio si volge in dramma e lutto. Si cerca di capire cosa possa essere accaduto. Il comando militare americano a Baghdad conferma la sparatoria. “Prima di sparare – sostengono gli alti comandi di fronte all’incredulità espressa dal governo italiano e da Silvio Berlusconi – abbiamo acceso le luci e sparato colpi in aria. Abbiamo cercato di avvertire l’auto, che non si è fermata, poi abbiamo sparato contro il motore”, questa la versione del Pentagono. E Bush: “Esprimo tutto il mio rammarico per la perdita di una vita umana”. Contemporaneamente, alle 23, l’ambasciatore americano Sembler – convocato da Berlusconi – arriva a Palazzo Chigi. I genitori di Giuliana Sgrena hanno appreso dalla televisione la notizia del conflitto a fuoco costato la vita a un agente segreto e nel quale è rimasta ferita anche la loro figlia. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, ha telefonato nella villetta di Masera (Vco) due volte, la prima per informare i familiari della avvenuta liberazione, la seconda per annunciare l’arrivo della giornalista a Roma nella giornata di domani. Per le altre notizie gli Sgrena si affidano ai telegiornali. Il padre di Giuliana, Franco, è in un’altra stanza, separato dal resto della famiglia, sotto la sorveglianza di un’infermiera.



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