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26 giugno 2005

Caldo record in Piemonte, preoccupa la siccità

Temperature da solleone in Piemonte, con punte record nell’Alessandrino: 38,2° a Spineto Scrivia, 37,4 a Novi Ligure, 36,9 nel capoluogo di provincia. Dopo la lieve flessione di ieri, il caldo è tornato ad aumentare su tutta la regione, ma il picco è atteso martedì prossimo, quando è probabile che vengano raggiunti, o addirittura superati, i 40°. Ai Giardini Reali di Torino, in pieno centro città, il termometro oggi pomeriggio ha toccato i 35,3 gradi. A dispetto del gran caldo, al momento la centrale operativa regionale del 118 non ha registrato un incremento significativo di chiamate di soccorso per malori legati al clima. “Resistiamo ancora una settimana poi se non piove rischiamo di perdere quasi il 50% della produzione di riso.” Silvano Saviolo, presidente Coldiretti Vercelli, è un produttore di riso e dalle rive di quello che un tempo era il fiume Sesia lancia l’allarme siccità. La carenza idrica rischia di avere effetti molto pesanti sulla risicoltura italiana, la più forte d’Europa. Fra le province di Vercelli, Novara e Pavia si producono 13 milioni di quintali di riso l’anno, il doppio del nostro fabbisogno, una delle voci più attive del comparto agroalimentare con un grande export. La siccità non è più un problema isolato: quasi un anno ogni tre i produttori debbono combattere con la mancanza d’acqua. Ed è sufficiente guardare com’è ridotto il letto del fiume Sesia per rendersi conto della situazione attuale. Solo pietre, sabbia, polvere e desolazione. I produttori non hanno dubbi; se si vuol salvare la risicoltura italiana occorrono interventi mirati sulle infrastrutture, creando dighe e canali: “Il clima è cambiato – dice Saviolo – Occorre decidere in fretta: o si dimezza la superficie coltivata a riso e quindi la produzione italiana oppure ci danno le infrastrutture adatte. L’acqua dei fiumi non basta più”. La crisi idrica nel Sud del Piemonte è già oggi più grave rispetto al 2003. Lo sostiene l’assessore regionale all’Ambiente, Nicola De Ruggiero. “Alcuni Comuni – rivela De Ruggiero – hanno già chiesto, come misura precauzionale, fornitura di acqua potabile”. La situazione più critica riguarda l’Alessandrino, dove alcuni corsi d’acqua, Bormida, Tanaro e il Po, sono ai minimi storici della portata. Il quadro, nel complesso, non è ancora allarmante e tutte le aree urbane del Piemonte possono contare su buone riserve d’acqua, ma la situazione potrebbe precipitare se il quadro climatico resterà immutato nei prossimi 15- 20 giorni.



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