Torino capitale mondiale della scherma
1500 atleti provenienti da 94 nazioni, 250 giornalisti e fotografi accreditati, tremila posti a sedere. Sono i numeri dell’80° edizione dei Mondiali di scherma al via stamattina a Torino. Ancora una volta la città piemontese veste i colori iridati dello sport dopo le Olimpiadi invernali e le gare si svolgeranno proprio all’Oval, l’impianto dove trionfarono Enrico Fabris e i pattinatori azzurri. A 24 anni dai Mondiali di Roma, la scherma torna in Italia e sono proprio gli azzurri la squadra da battere: il palmares dei nostri atleti fa rabbrividire: l’Italia della scherma è salita sul podio delle Olimpiadi per ben 107 volte e dai Campionati Mondiali ha portato a casa 263 medaglie. Gareggiare in casa sarà un’arma in più e di fronte ad un grande pubblico Valentina Vezzali e Giovanna Trillini nel fioretto e Aldo Montano nella sciabola (smessi i panni del divo tivù torna in pedana a fare l’atleta) c’è da sperare regaleranno emozioni indimenticabili. Per la prima volta accanto agli atleti normodotati ci saranno i Mondiali dei diversamente abili con 200 atleti in gara. E il primo giorno di gare regala subito un trionfo. Per tutti doveva essere un altro “Vezzali day”, il giorno dell’incoronazione della mamma del fioretto che, a 32 anni, conquistava il suo quinto titolo mondiale. Il pronostico, però, è andato a farsi benedire, perché la freschezza della più giovane Margherita Granbassi ha avuto la meglio sulla concentrazione dell’esperta Valentina. L’allieva ha così superato la maestra, battuta nella finale mondiale di Torino con una sola stoccata di differenza, dopo che in semifinale si era presa gioco di un altro mostro sacro della scherma italiana, quella Giovanna Trillini finita terza su un podio tutto italiano. Roba da far venire la pelle d’oca al pubblico dell’Oval che ora celebra l’ennesimo trionfo dell’Italia dello sport con quel “poo-po-po” che i Mondiali di calcio hanno eletto a colonna sonora delle vittorie del 2006. Delusione invece in casa maschile. Niente da fare per la sciabola italiana. La squadra azzurra non è riuscita a piazzare nessun atleta in finale. Aldo Montano non ce l’ha fatta a scrollarsi di dosso l’infortunio che quest’anno lo ha tenuto a lungo fermo e si è arreso 13-15 contro l’ucraino Vladislav Tretiak.