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27 giugno 2004

Sequestro Valdata: rumeni in carcere

La banda di rumeni accusati del sequestro di Anna Maria Valdata – tre dei quali giunti dal loro paese con il solo scopo di mettere a segno un sequestro di persona e incassare i soldi del riscatto – è quasi tutta in carcere. Si tratta di 3 uomini e due donne, mamma e figlia minorenne, le sole in regola con il permesso di soggiorno. Ne manca uno, il sesto uomo, riuscito a fuggire sui tetti dei palazzi di Voghera nei minuti del concitato blitz dei Carabinieri all’alba di domenica. Ma all’appello mancherebbe anche chi ha fornito l’appoggio logistico ai rapitori, il basista, che sarebbe l’unico italiano del gruppo. La caccia all’uomo per catturare questi ultimi due componenti, continua. È confermato che per la liberazione non è stato pagato riscatto e che alla base del rilascio ci sarebbe proprio la pressione esercitata dagli inquirenti nei giorni di prigionia di Anna Maria Valdata, che ieri ha avuto parole di perdono per i suoi sequestratori. Il gruppetto – come risulta dalle intercettazioni telefoniche – si sentiva braccato e impressionato dal dispiegamento di forze per ottenere la liberazione della donna. Appena due ora prima della liberazione infatti, in una conversazione intercettata, un carceriere dice ad un uomo che si trova probabilmente in Romania e che potrebbe essere il capo della banda: “Noi scappiamo perché siamo in mezzo alle montagne e non abbiamo nessuna possibilità”. E l’altro si assicura che almeno non lascino prove: “Vedete di fare una grande pulizia, sai anche le dita”, riferendosi alle impronte digitali. Poco dopo Anna Maria Valdata viene liberata sul greto del fiume Scrivia e per la banda di rumeni inizia una breve fuga stroncata dal blitz dei Carabinieri



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