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17 gennaio 2003

Magrebino con mano amputata, preso l’aggressore

La Sharjia, la legge co­ranica del taglione, non c’entra. È stata la punizione per uno sgar­ro. Ha un nome e un volto l’uomo che la not­te di Ca­po­danno ha praticamente am­pu­tato la mano sinistra al magrebino Faud Salih. Si tratta di un nordafricano, Khalid Ardi, conosciuto col so­prannome di Zitona, con numerosi precedenti penali per spaccio di droga e inosservanza del­la legge sull’immigrazione. I Cara­bi­nieri del Nu­cleo Operativo di Torino, nel corso di un’operazione antidroga, hanno sequestrato più di 350 chili di stupefacenti e hanno bloccato Zitona al centro di permanenza temporanea in attesa di rimpatrio. Lui ha già confessato. Con l’aiuto di alcuni connazionali aveva deciso di dare una severa lezione a Faud. Ma non solo: quando ha saputo che si era salvato ha mandato altri due amici in ospedale per cercare di appianare definitivamente le cose. Chiariti i fatti, restano dubbi sul motivo – “La vittima dice d’essere stato punito perché voleva uscire dal giro della droga, l’aggressore sostiene che doveva punirlo per una partita di cocaina non buona” dice il maggiore Mauro Masic comandante del Nucleo Operativo. Due versioni distinte, ma pur sempre una pu­nizione. Intanto ieri Faud è scappato dalla struttura protetta dov’era ospitato. Un particolare significativo: il magrebino non perderà l’uso della mano sinistra grazie all’aiuto di una anonima ragazza italiana. I tanti nor­da­fricani che erano nella zona, infatti, quella ter­ribile notte lo avevano abbandonato sanguinante. La giovane invece lo ha soccorso, gli ha fasciato la mano con la sua sciarpa e ha chiamato l’ambulanza. Un intervento che si è rivelato provvidenziale.



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