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26 novembre 2004

La neve degli Impressionisti in mostra a Torino

 La luce, il fascino, il mistero: la neve che dilata gli spazi, che ammorbidisce i contorni, che rende tutto luminoso e fiabesco. 150 modi di vedere la neve in questa mostra che si tiene nella Palazzina della Promotrice delle Belle Arti di Torino, promossa in vista delle Olimpiadi 2006. È la neve vista dagli impressionisti: i covoni invernali di Monet, dove i piccoli tocchi di colore creano migliaia di bagliori sulla neve, i villaggi norvegesi, o il disgelo della Senna. Ma è anche la neve, dipinta in un unico quadro da Manet, a larghe pennellate e con colori irreali. E poi i piccoli paesi, silenziosi e isolati, di Sisley e di Pissarro, dove la luce si riflette sul bianco intatto della neve. Ma accanto alle opere degli artisti francesi dell’800, sono esposte quelle di pittori contemporanei europei, in un confronto diretto e serrato, per stabilirne somiglianze e autonomie. Come nella Primavera sulle Alpi di Segantini, dove la luminosità accecante e i colori nitidi rendono un desiderio di purezza e di orizzonti incontaminati. Altri toni e altri significati assume la neve nelle tele di Gauguin, dove emergono gli scheletri degli alberi, di Van Gogh dalle tinte cupe, e nella Notte bianca di Munch, solo alcune striature che servono a far emergere le zone scure, vortici di tenebre e di angoscia. Sempre la neve, per delineare paesaggi, per esprimere sogni e misteri.



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