Una famiglia serena, agiata, ma lui – Franco Pons, 67 anni – aveva un incubo, un pensiero fisso: il futuro della figlia gravemente disabile. Non riusciva a pensare ad altro, non poteva accettare per lei un ricovero in istituto. Per questo era caduto in una profonda depressione, uno stato sfociato la notte scorsa in un raptus di inaudita violenza. Ha colpito con un martello più volte nel sonno la figlia Barbara di 45 anni, stessa sorte toccata poi alla moglie Maddalena Livatino, 63 anni. Infine le ha uccise con un coltello. È accaduto in una elegante palazzina di Cavour, una quarantina di chilometri da Torino, un paese oggi sconvolto. Tutti conoscevano la famiglia Pons.

Il raptus attorno alle tre e mezza di notte. Verso le cinque Franco Pons si è cambiato i vestiti, ha ripulito casa, preparato una busta e chiamato i carabinieri. Agli inquirenti ha confessato tutto dicendo “è giusto che paghi per quello che ho fatto”, poi ha consegnato la busta: dentro c’erano 2mila euro per le bollette della luce, del gas e per le spese per i funerali.

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