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19 aprile 2013

Bufera fondi Piemonte, indagati 52 consiglieri

O la legge è troppo severa o è incomprensibile, oppure quasi tutti i consiglieri della Regione Piemonte hanno violato la normativa sull’uso dei fondi pubblici ai partiti. La Guardia di Finanza di Torino infatti questa mattina ha notificato 52 avvisi di garanzia ad altrettanti consiglieri regionali: in tutto sono 60 i consiglieri piemontesi, quindi più dell’85% dei politici che siedono a palazzo Lascaris sono coinvolti, appartenenti a tutti i gruppi, nessuno escluso.

Peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa le ipotesi di reato previste dall’inchiesta della procura torinese durata alcuni mesi. A fare scalpore all’inizio dell’indagine le richieste di rimborso per tagliaerba, trenini elettrici, viaggi, solarium, pranzi e varie altre amenità, poi nel corso degli accertamenti della Finanza sono emerse altri capitoli di spesa non proprio giustificabili come costi della politica. Anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, è indagato nell’inchiesta della procura di Torino. “Mi sono già recato spontaneamente dai pm per chiarire la mia posizione”, afferma il governatore, che puntualizza: “Non un euro è finito sul mio conto corrente e in questo senso la Procura non ha mosso contestazioni”.

Il procuratore Giancarlo Caselli tiene oggi a precisare che le posizioni individuali dei vari politici piemontesi sono assai differenti e soltanto il proseguimento dell’inchiesta porterà a chiarire le responsabilità di ognuno, intanto resta la sorpresa e lo sconcerto dei piemontesi per le dimensioni dell’indagine.

 



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