Futuro della Fiat in Italia, Montezemolo agli azionisti
Nel futuro della Fiat non c’è un disimpegno dall’Italia. Il nostro cuore e le nostre radici rimarranno qui in Italia. Con una battuta in apertura dell’assemblea degli azionisti Luca Cordero di Montezemolo ha spazzato i dubbi e le perplessità sul futuro della Fiat.
Il 2010 sarà un anno molto difficile così come il 2009 è stato un anno duro: la crisi è stata rapidissima e di dimensioni globali. La fase peggiore è alle spalle e si scorgono segnali di ripresa ma sarà una ripresa lunga e lenta. Nell’assemblea di oggi si parlerà delle strategie per il futuro dopo l’acquisizione di Chrysler e forse l’amministratore delegato Marchionne farà qualche anticipazione del piano ufficiale che sarà presentato il 21 aprile.
Le grandi acquisizioni internazionali che abbiamo compiuto – ha detto ancora Montezemolo – sono state fatte pensando all’Italia che è il focus di ogni nostra azione. È quindi probabile che aumenteranno le auto da produrre nel nostro paese anche se all’orizzonte è previsto un calo degli acquisti complessivi di vetture da più di 2 milioni l’anno a un milione e 700mila.
Se l’assemblea degli azionisti spesso vive di noiosi rituali oggi il numero uno e il numero due della Fiat ne hanno approfittato per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Per Marchionne guai a dire che “Fiat vive alle spalle dello stato o che si voglia abbandonare l’Italia” precisando però di avere un ottimo rapporto con il ministro Scajola e col Governo.
Montezemolo ha ricordato come il 2009 sia stato un anno duro e che il 2010 sarà un anno difficile ma ci sono segnali di ripresa.
Nel 2010 si prevede un calo complessivo di vendite di auto da 2milioni a un milione e 700mila la Fiat sta preparando il suo piano strategico per l’Italia e anche per gli Usa dopo l’accordo con Chrysler: interesse per lo sviluppo dell’auto a motore ibrido termico-elettrico da realizzarsi a Mirafiori.