Il processo per la tragedia della Thyssen comincia domattina alle 9 ma la vigilia è quanto mai agitata. A creare polemica alcune dichiarazioni rilasciate al quotidiano La Stampa di oggi dai giudici popolari scelti. Non entrano nel merito del processo ma per legge devono astenersi dal rilasciare interviste o commenti. Pertanto potrebbero essere ricusati, oppure sostituiti o addirittura multati. A giudicare gli imputati in un processo che si preannuncia particolarmente lungo saranno due magistrati togati, due donne la presidente Maria Iannibelli e il giudice a latere Paola Dezani, e una giuria popolare composta da sei cittadini: cinque uomini e una donna, quattro operai e due professori. Saranno più di 100 i testimoni chiamati a deporre nel processo che si apre domani in Corte d’Assise. Il pool dell’accusa coordinato dal procuratore Raffaele Guariniello ha depositato l’elenco delle persone che racconteranno quel che successe quella tragica notte alla linea 5 delle acciaierie con l’incendio e la morte di 7 persone. Sei gli imputati che devono rispondere di accuse pesantissime, tra cui anche l’omicidio volontario con dolo eventuale per l’amministratore della Thyssen Herald Espenhahn. Non ammesse come parti civili le famiglie delle 7 vittime che nel corso dell’udienza preliminare sono giunte a una transazione con un risarcimento complessivo di circa 12 milioni di lire. Ma le mamme, i papà, le mogli, fratelli e sorelle di Bruno Santino, Rocco Marzo, Giuseppe Demasi, Antonio Schiavone, Rosario Rodinò, Roberto Scola e Angelo Laurino non mancheranno alle udienze per vedere come andrà a finire il processo per una vicenda tragica che ha scosso le coscienze di tutta Italia.

Condividi su facebook