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18 gennaio 2009

Quattro alpinisti torinesi morti in Francia

Sono composte nella camera mortuaria dell’ospedale di Chamonix le salme dei 4 alpinisti torinesi ritrovati stamattina ai 3.600 metri dell’Aguille du Midi, sul versante francese nel gruppo del Monte Bianco. Nella Gendarmerie del comune transalpino per tutto il giorno l’omaggio di parenti e amici dei 4 giovani alpinisti. Il gruppo di 4 alpinisti – tutti esperti – era partito da Torino ieri mattina, la giornata era favorevole, soleggiata. La traversata è una classica del Monte Bianco, di media difficoltà: prevede anche una serie di scalate a pareti di ghiaccio. Difficile dire cosa sia successo. L’ultimo contatto, una richiesta d’aiuto ieri sera alle 22, un’ora davvero insolita per le escursioni in montagna. Poi più nulla. Probabilmente i quattro, nel tentativo di scendere dalla montagna, si sono persi. Secondo i soccorritori sono precipitati per circa mille metri. Probabilmente la caduta è stata provocata dalla scivolata dell’ultimo di cordata, che ha trascinato a valle i compagni. I loro corpi sono stati recuperati stamattina dagli uomini del soccorso alpino francese. I quattro – Dario Tomellini, di 32 anni, di Chieri (Torino), Antonio Carnino, di 36 anni, di San Mauro (Torino), Stefano Tabacco, di 37 anni, e Gianluca Molino, questi ultimi due di Torino – si trovavano nel “Couloir de la passerelle”, canalone che separa le due punte dell’Aiguille du Midi, a 3.600 metri di quota. Un luogo impervio, una parete ghiacciata molto ripida, dove un movimento sbagliato può essere fatale in qualsiasi momento. Dalla stazione d’arrivo della funivia, presidiata 24 ore su 24, gli addetti all’impianto avevano notato le luci delle lampade frontali che si inseguivano tra le rocce. Poi le grida di aiuto. Immediatamente è scattato l’allarme. Da Chamonix è partita una squadra del Peloton d’haute montagne della Gendarmerie: le guide sono salite in funivia, aperta per l’emergenza, e si sono dirette nel canalone. Alcune piccozze ancora piantate nel ghiaccio come unico segno del passaggio dei quattro scalatori piemontesi. Osservando le tracce nel canale i soccorritori hanno scosso la testa, volgendo lo sguardo verso il Ghiacciaio des Bossons. Gli alpinisti sono precipitati per quasi 1.000 metri prima di piombare sulla lingua di ghiaccio sottostante. Un volo che non lascia speranza di sopravvivenza.



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