La prima conferma ufficiosa poco fa da Chrysler, un comunicato di Fiat, dopo una parziale conferma di John Elkann, è atteso a minuti mentre il titolo del Lingotto da questa mattina è sospeso dalle contrattazioni. Il matrimonio tra Fiat e Chrysler è ad un passo dalla conclusione, esiste già un accordo preliminare, non vincolante, che dovrà essere ratificato entro aprile. Torino fornirà a Detroit pianali, trasmissioni e motori a basse emissioni con cui la casa americana potrà entrare nel mercato delle piccole vetture. In cambio otterrà il 35% delle azioni Chrysler ed un opzione per salire al 55%. Ma non solo, perché in questo modo, con lo sviluppo di modelli ecologici Chrysler potrà accedere agli aiuti, vincolati, che l’amministrazione Obama si appresta ad erogare. Mentre Fiat potrà sfruttare la rete dei 3300 concessionari Chrysler per entrare sul mercato statunitense con un primo pacchetto di modelli: la 500, divenuta uno status symbol globale, l’Alfa Spider, qui il ricordo della mitica Duetto e l’immagine della casa sono ancora fortissime, e forse la MiTo, nata per fare concorrenza alla Mini. Forse verranno prodotte anche negli stabilimenti americani di Chrysler. “Bene questa preintesa tra Fiat e Chrysler perché nella crisi è importante prendere iniziative, ma l’intesa non corrisponde all’identikit del partner strategico disegnato da Marchionne ai primi di dicembre”. È il commento del segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, sull’intesa tra le due case automobilistiche.

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