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01 febbraio 2008

Carla Bruni, una famiglia tipicamente torinese

Il nonno di Carla, Virginio, fondò negli anni ’20 la grande azienda di pneumatici e di cavi Ceat, che conobbe un periodo di forte espansione soprattutto nel Dopoguerra e fino alla fine degli anni 60. La sede storica si trovava nel cuore di Torino, a pochi passi dal mercato di Porta Palazzo. Negli anni sessanta, alla ricerca di spazi più ampi per le attività produttive, fu costruita la fabbrica di Settimo Torinese, poi passata alla Pirelli. Ma la vocazione del papà di Carla, Alberto (che morirà a 80 anni nel 1996 a Parigi), non era quella di capitano di industria. Uomo di cultura, collezionista d’arte, la sua passione vera era la musica classica (fu anche sovrintendente del Teatro Regio di Torino) e così a metà degli anni settanta cedette l’azienda. La mamma di Carla, Marisa Borini, è una pianista. Carla, nata a Torino nel 1967 (più giovane di tre anni della sorella Valeria, attrice e regista, e di sette del fratello Virginio, morto due anni fa a Parigi), lasciò la città che aveva solo 5 anni. I Bruni Tedeschi abitavano nell’elegante quartiere della Crocetta. Il trasferimento a Parigi fu dettato da motivi di sicurezza: “I genitori – ha raccontato in una recente intervista la balia delle due ragazze, Maria Anna Parolin – avevano paura dei rapimenti che in quegli anni erano una vera piaga in città. La famiglia era sempre scortata da parecchie guardie del corpo. In casa discussero a lungo se lasciare Torino”. Non furono gli unici; analoga decisione e per gli stessi motivi, presero in quel periodo i Ferrero, proprietari della industria dolciaria trasferitisi a Bruxelles. In recenti interviste il musicista torinese, Maurizio Remmert, che vive da tempo in Brasile, ha affermato di essere il padre naturale di Carla, nata durante una sua lunga relazione con Marisa Borini. I Bruni Tedeschi si ritrovarono insieme a Torino per il funerale del padre che fu celebrato nella chiesa di Santa Teresa, nel centro di Torino. Carla Bruni lesse una preghiera di Sant’Agostino. Il padre di Alberto, Virginio Tedeschi, di famiglia israelitica vercellese convertitasi al cattolicesimo, aggiunse al figlio il cognome Bruni, della moglie Orsola, per evitargli le persecuzioni razziali. I Bruni Tedeschi sono proprietari del castello di Castagneto Po (Torino), dove due anni fa organizzarono una festa in occasione della donazione di antiche miniature al museo torinese di Palazzo Madama. Ora è soprattutto Marisa Borini a tenere rapporti con i vecchi amici torinesi.

 



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