La pista italiana di bob e skeleton “ è e deve continuare ad essere quella di Cesana. Impegnare ora ingenti risorse su Cortina significa ritrovarsi tra qualche anno con due cattedrali nel deserto”. Così il presidente predella Provincia di Torino, Antonio Saitta, interviene sulla preoccupazione sollevata dalla Fondazione proprietaria degli impianti di Torino 2006. “Mantenere in esercizio ed in perfetta efficienza due piste di bob – afferma Saitta – è un lusso che un Paese con molti problemi di finanza pubblica come l’Italia non può permettersi. La logica vorrebbe che il sistema- Italia (governo, enti locali, Coni, Federazione sport invernali) si concentrasse sul reperimento delle risorse per tenere in efficienza un gioiello dell’impiantistica sportiva quale è la pista di Cesana-Pariol”. Avere due piste da bob è un lusso che l’Italia non può permettersi. Con quest’assunto i gestori dell’impianto di Cesana (Torino), creato per l’Olimpiade del 2006, avevano contestato la possibilità di “destinare 30 milioni di soldi pubblici” per ristrutturare la pista di Cortina (Belluno), sede dei Mondiali di bob e skeleton nel 2011. La polemica prende vigore nel giorno della presentazione del calendario invernale di “Parco olimpico”, la società che gestisce 12 impianti utilizzati per i Giochi invernali di due anni fa. “È stato fatto un grande sforzo – ha detto Elda Tessore, vicepresidente della Fondazione proprietaria dei beni – per costruire e per gestire la pista di Cesana, è preoccupante che il governo pensi di dare pesanti finanziamenti a Cortina”. “Se sarà così riconsegneremo le chiavi dell’impianto”, minaccia Pierpaolo Maza, amministratore delegato di Parco Olimpico. Il costo di gestione della pista di Cesana è di circa 3 milioni di euro all’anno, l’impianto è costato 70 milioni di euro e per smantellarlo ne occorrerebbero 15.

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