Sequestro turisti: sono ancora prigionieri
Spetta al Ministro del Turismo egiziano spegnere le polemiche e calmare le acque dopo la ridda di indiscrezioni e smentite che stanno accompagnando la crisi dei turisti stranieri rapiti quattro giorni fa nel deserto. Con la dichiarazione che i 19 ostaggi sono tutti in buona salute e dispongono di sufficiente acqua e cibo, il governo egiziano rompe un lungo silenzio ufficiale, ma è anche costretto a smentire le presunte minacce dei rapitori di essere pronti ad uccidere gli ostaggi in caso di blitz delle forze speciali. Nulla si sa del riscatto richiesto- si parla di 6 milioni di euro- ma certamente le trattative per la liberazione dei prigionieri, 5 italiani, 5 tedeschi, un romeno e 8 egiziani, sono in corso. Per la delicatezza della situazione, il ministro degli esteri Frattini è tornato ancora a chiedere cautela nella diffusione delle notizie. In provincia di Torino, per i familiari dei cinque turisti italiani sono ore di attesa. Quella appena trascorsa è stata una notte d’angoscia per i familiari dei cinque torinesi rapiti in Egitto. “Abbiamo atteso un segnale positivo dopo le mille voci ma nessuno ci ha dato conferme” hanno detto stamattina i familiari di Lorella Paganelli, 49 anni, funzionaria dell’Unicredit, residente a Venaria (Torino). “È un’angoscia continua – hanno aggiunto – ma contiamo sul lavoro della Farnesina e di tutti coloro che sono impegnati nelle trattative”. Uno stato d’animo condiviso dalle persone che sono più vicine anche Giovanna Quaglia, Walter Barotto e Mirella De Giuli, Michele Barrera, gli altri quattro torinesi tenuti in ostaggio. Anche ad Asti, nella sede della Aleramo Viaggi che ha organizzato il tour in Egitto, c’è attesa. “Anche stamattina abbiamo sentito i colleghi dell’agenzia egiziana – hanno sottolineato i titolari Gino Lizzi e Valter Balsamo – ma non ci sono novità. Il proprietario è direttamente coinvolto nella trattativa perché tra i rapiti c’è anche un suo familiare. È in un posto di polizia vicino al luogo dove è avvenuto il sequestro. Non è chiaro però se i turisti sono attualmente sequestrati in Egitto o in Sudan. È un particolare incerto”.