Sembra essere il giorno della verità per il Premio Grinzane Cavour. O anche il giorno della resa dei conti. Una giornata durante la quale la notizia del possibile arresto del suo patron Giuliano Soria ha cominciato a girare dalle prime ore del mattino. L’arresto è stato eseguito nel tardo pomeriggio. Soria, uno degli intellettuali più attivi e conosciuti d’Italia, promotore (e non fondatore, per la precisione, in quanto l’ideatore fu la casa editrice Sei) di un premio che, nei suoi 28 anni ha portato in Piemonte centinaia di grandi scrittori tra cui anche una decina di Nobel, è stato arrestato. Con l’accusa di malversazione, violenza sessuale, molestie, e probabilmente anche appropriazione indebita. Ma ancora prima del suo arresto si era capito che il castello si stava sgretolando, mattone su mattone. Nel primo pomeriggio erano arrivate le dimissioni dal Comitato dei garanti di Cristina Comencini e Dacia Maraini e poi, poche ore dopo, a pioggia, sono arrivare le dimissioni di tutto il comitato, compreso il suo presidente Piergiorgio Odifreddi, ancora a New York fino a sabato. Ora la palla passa in mano alla Regione Piemonte, primo finanziatore del Premio (solo nell’ultimo anno sono stati erogati oltre due milioni di euro) anche per le sue indiscusse capacità di promuovere il territorio delle Langhe e il Piemonte in generale. In effetti Soria è riuscito a portare il marchio Grinzane, e quindi Piemonte, in America Latina, in Russia, in mezza Europa, per non dire in molte regioni italiane, tutte coinvolte in piccoli o grandi premi. Il premio Grinzane France, per esempio, è tutt’ora in corso, nel senso che gli studenti francesi coinvolti dal premio stanno ancora leggendo i libri dei finalisti tra i quali si sarebbe scelto il vincitore in maggio. 

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