Premi Nobel come Josè Saramago, Doris Lessing, Gunther Grass insieme a autori di bestsellers del calibro di Luis Sepulveda, Yahar Ben Jeollum, Alain Elkann, poeti come Evtuschenko: il Premio Grinzane Cavour si è sempre fregiato delle migliori firme della letteratura mondiale. Un’intuizione geniale, 27 anni fa, quella del fondatore don Francesco Meotto, salesiano della Società Editrice Internazionale: ogni anno 6 vincitori, tre italiani e tre stranieri, indicati da una giuria e fra questi due supervincitori scelti da giovani studenti delle superiori: unire un premio all’invito alla lettura per le giovani generazioni. Questo lo spirito del Grinzane Cavour nato nel cuore di quelle Langhe di Pavese e Fenoglio. Allora, nel 1982, segretario factotum era Giuliano Soria, poi col trascorrere degli anni quel giovanotto prende sempre più dimestichezza e potere e dalla sua fertile mente nascono decine di iniziative collaterali, dal Grinzane Cinema al Grinzane Noir, dal Grinzane for Africa alle Vendemmie Letterarie con i baroli letterari. Tutte in località da favole e gran lusso con bei nomi dello spettacolo come Carlo Verdone, Neri Marcorè e Stefania Sandrelli. Con il moltiplicarsi delle attività cresce il fabbisogno di denaro, di sovvenzioni: la Regione Piemonte è il principale mecenate (come definisce Soria i suoi sponsor) ma poi ci sono anche i ministeri, i comuni, le province e le fondazioni bancarie. Un fiume di danaro che corre attraverso i mille rivoli del premio, oggi sappiamo senza controlli veri, ma tutto gestito direttamente da Soria, professore di letteratura spagnola, infaticabile, geniale ma anche dotato – per sua stessa ammissione – di un carattere difficile. Quel carattere lo porterà a scontrarsi col suo maggiordomo extracomunitario che lo ha denunciato 6 mesi fa. Di lì le indagini anche sulla contabilità e i guai che lo hanno portato in carcere. Lui, uomo di cultura e amante del bel mondo, domattina dovrà cominciare a spiegare alcune cose al giudice nell’interrogatorio di garanzia.

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