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20 marzo 2009

Sciopero e corteo a Torino di tutta la Indesit

La Indesit vuole chiudere la fabbrica piemontese di None e trasferire la produzione di lavastoviglie in Polonia dove manodopera e energia costano un terzo che in Italia. E così possono finire sul lastrico oltre 600 lavoratori italiani. Quelli che oggi scioperano e che stamane – assieme ai 2000 colleghi provenienti dagli altri stabilimenti italiani della Indesit – sfilano in corteo a Torino per dire no alla chiusura della fabbrica di None. Ad aprire il corteo una bara di cartone con la scritta “Indesit. Non è il futuro di 650 lavoratori”. E striscioni contro la proprietà, i Merloni. Immagini che contrastano con quelle in arrivo dalla Polonia e che mostrano invece la soddisfazione dei lavoratori polacchi. Qui sarà triplicata la produzione e si attendono nuove assunzioni. Ma questa vicenda mette in luce almeno due paradossi. Il primo: Indesit chiude in Italia e va all’estero mentre altre grandi industrie europee, Renault per citare un caso di oggi, chiudono all’estero per riportare la produzione in Francia. Il secondo paradosso è tutto politico e interno al Pd. Nel consiglio di amministrazione della Indesit siede infatti Maria Paola Merloni che è un deputato del Partito Democratico, partito che entra a gamba tesa contro l’ipotesi di chiusura. Tanto che la manifestazione di oggi è appoggiata dai vertici del PD e che in prima fila nel corteo manifesta un importante esponente del Partito Democratico come l’ex ministro del Lavoro Damiano.



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