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06 aprile 2009

Donna uccisa a Torino: fermato fidanzato, ma lui nega

“Non sono stato io”. Sono le cinque di questa mattina quando Alain Dante Stefanone, 35 anni, riceve il provvedimento di fermo dalla polizia giudiziaria per l’omicidio di Alice Acquarone, 46 anni, separata e madre di due figli, trovata ieri sera, con il cranio fracassato e il corpo avvolto in un telo, nel cortile del palazzo in cui abitava in largo Fabrizi, a Torino. Non ha dubbi nel respingere l’accusa di omicidio che gli con testa il pm Valerio Longi nella caserma dei Carabinieri di Torino. È vero, aveva una relazione con lei, l’aveva vista anche ieri, ma, ha detto, “non l’ho uccisa”. “Guardate nel resto del palazzo” ha aggiunto. Ma gli inquirenti non gli credono. Hanno qualche elemento concreto, tra cui un testimone che lo avrebbe visto trascinare un fagotto voluminoso, molti sospetti e qualche circostanza che lascia ipotizzare il suo coinvolgimento nell’omicidio. “Ieri sono stato a pranzo da lei – ha detto il presunto omicida – e poi sono tornato a casa. Sono andato via nel primo pomeriggio”. Un dato, però, proietta un’ombra su un eventuale comportamento assurdo che potrebbe avere avuto l’uomo. Da tempo, infatti, Alain Dante Stefanone è in terapia farmacologica per problemi di tranquillità personale. A farlo piombare nella depressione era stata la morte di entrambi i genitori qualche anno fa.



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