Manifestano a Torino gli operai della Fiat venuti dagli stabilimenti italiani per chiedere che la loro voce e le loro preoccupazioni siano ascoltate, aprendo anche una trattativa formale, in questa fase di riorganizzazione e di espansione mondiale a tappe forzate. Chiedono la difesa dei posti di lavoro in Italia e contestano il modo di procedere dell’azienda. Ma non sono in tanti, qualche migliaio, con forte rappresentazione solo di Pomigliano e Termini Imerese, e il clima unitario, la strategia comune, di Cgil, Cisl e Uil, oltre che del sindacato interno Fismic, vengono clamorosamente rovinati dall’intervento dei Cobas. Nessuna tensione durante i cortei. Ma poi, agli interventi finali, quelli dei leader di categoria, c’è qualche prima contestazione al segretario dei metalmeccanici della Uil. Parla poi senza essere interrotto il suo collega Fismic, tradizionalmente su posizioni più moderate. Ma a essere contestato duramente, con il tentativo di spingerlo via dal palco è invece il leader della Fiom, Gianni Rinaldini. Una scelta evidente quella di colpire lui: particolarmente rappresentativo della categoria e rappresentante dello schieramento di sinistra nella stessa Cgil. A Rinaldini viene tolto il microfono. Sotto sventolano le bandiere dei Cobas e più lontano quelle della Fiom Cgil e degli altri metalmeccanici. Il leader della Fiom riesce faticosamente a recuperare il microfono e a concludere l’intervento, mentre sotto va avanti la contestazione.

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