“Io appresi la notizia della morte di mio papà ascoltando la Domenica Sportiva, ero al mare coi nonni…” ricorda il figlio Riccardo. Sono già passati 20 anni da quella tragica domenica sera quando il mondo del calcio fu sconvolto dalla morte di Gaetano Scirea, in un incidente stradale in Polonia. La vita di uno dei più grandi calciatori italiani stroncata a soli 37 anni. Da un anno aveva smesso di giocare e faceva il vice allenatore a Zoff, era in Polonia per visionare una delle future avversarie di coppa della Juventus. Da giocatore vinse tutto il vincibile: 7 scudetti, 1 coppa Campioni, 1 intercontinentale, 1 coppa delle Coppe e 1 coppa Uefa con la Juve, con la Nazionale fu il capitano che sollevò la coppa Mundial di Spagna 1982. Giocava da libero ma da fuoriclasse alla Beckenbauer. Poche parole ma tanti fatti, sul campo e nello spogliatoio. Gli hanno dedicato club, circoli sportivi, premi, tornei, una strada e anche una curva allo stadio Olimpico di Torino. Il ricordo dell’uomo è nel cuore di chi lo ha amato, quel figlio Riccardo che gli somiglia come una goccia d’acqua e perpetua il nome di Scirea nella Juve lavorando nello staff di mister Ferrara: “Un padre presente, nonostante le tante assenze per gli impegni calcistici”.

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