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10 ottobre 2009

Aperta ad Alba la Fiera del tartufo

Una vera prelibatezza, certo, considerati i prezzi, non può essere alla portata di tutti i palati: è il tartufo, soprattutto quello bianco, il più pregiato. A differenza di quello nero non si può coltivare. Si deve invece andarlo a cercare, armati di tanta esperienza e soprattutto accompagnati da un buon cane. Lo ha fatto questa mattina anche il ministro dell’Agricoltura, Zaia, ad Alba per la 79a edizione della Fiera internazionale del tartufo bianco: “È un grande ambasciatore innanzitutto della nostra terra, dell’Italia, del Piemonte, di Alba. Grazie a queste persone e a questi cani eccezionali, come Jolly, riusciamo ad avere questo magnifico prodotto che poi viene magistralmente trasformato nella nostra cucina”. Siamo tra i maggiori produttori ed esportatori al mondo: dalle Langhe in Piemonte, dalla Toscana (da San Miniato alle Crete senesi), da Acqualagna nelle Marche, dalla provincia di Isernia in Molise. 900 quintali l’anno. Buona parte va all’estero, in Francia, Germania, Stati Uniti, ma anche in Cina e nei Paesi Arabi che hanno preso d’assalto le ultime aste, in collegamento satellitare da Macao o da Dubai per aggiudicarsi il meglio della nostra produzione. 250-300 euro l’etto è invece la quotazione media sempre dell’anno scorso per il tartufo bianco fresco, 500 per quello di Alba. Ma ci sono anche le conserve, gli oli, i sughi, i formaggi, la pasta: c’è da sbizzarrirsi e magari anche da togliersi qualche sfizio a costi più contenuti rispetto al tartufo fresco.



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