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09 febbraio 2007

Per la Procura di Roma va processato Luciano Moggi

A quasi un anno dall’esplosione di Calciopoli si avvicina la prima scadenza giudiziaria per l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi. La Procura di Roma, nell’ambito delle presunte irregolarità attribuite alla Gea World, ha depositato la richiesta di processare lui ed altre sette persone. Si tratta di Alessandro Moggi, già presidente della società che gestiva le procure di numerosi calciatori e figlio di colui che fino a poco tempo fa era considerato il re del calcio mercato, Franco Zavaglia, ex ad della Gea, Riccardo Calleri, ex socio, Davide Lippi, procuratore sportivo, Luciano Gaucci, ex patron del Perugia, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo, collaboratori dei Moggi. Pesanti le accuse formulate dai pm Maria Cristina Palaia e Luca Palamara: associazione per delinquere finalizzata all’illecita concorrenza mediante minacce o violenza per tutti ad eccezione di Gaucci per il quale è ipotizzata solo l’illecita concorrenza. A Zavaglia è contestata anche la violazione fiscale in relazione alla contraffazione di fatture emesse dalla società Eugenio Marinella per l’acquisto fittizio di migliaia di cravatte. Il tutto per evadere le imposte nel periodo 2002-2005 degli elementi passivi fittizi. Escono di scena definitivamente, tramite richiesta di archiviazione, altri tre indagati: Chiara Geronzi, ex socia Gea, Giuseppe De Mita e Tommaso Cellini, questi ultimi ex dipendenti della società. Nei loro confronti non sono emersi fatti penalmente rilevanti relativamente alle modalità del passaggio di Alessandro Nesta alla Gea. Dominio sul mercato dei calciatori e condizionamento delle scelte di alcuni club. Sono questi, in sostanza, i fatti che i pm romani addebitano agli imputati. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sono passate le presunte pressioni esercitate su parecchi calciatori affinché rinnegassero i loro procuratori per affidarsi alla Gea. Il tutto per ottenere maggiori tutele in sede di rinnovo contrattuale o di trasferimento a club blasonati. In un caso, a Giorgio Chiellini, sarebbe stata prospettata anche la convocazione in Nazionale grazie a Davide Lippi, figlio dell’ex ct campione del mondo.



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