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12 febbraio 2007

Arresti per terrorismo: due torinesi in manette

Vincenzo Sisi un sindacalista anonimo, un delegato senza volto; Salvatore Scivoli l’uomo delle armi, un delinquente comune con contatti con le Br. Sono queste le caratteristiche dei due arrestati torinesi nell’operazione antiterrorismo della Procura di Milano. Due affiliati alla stessa organizzazione, ma che non pare si conoscessero. “Il quadro probatorio nei loro confronti è robusto”, sottolinea il dirigente della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi, illustrando i dettagli dell’operazione che stamattina ha portato all’arresto dei due. Contemporaneamente sono state fatte una decina di perquisizioni “in abitazioni private, domicili e dimore nascoste”. “Oltre agli arrestati – ha aggiunto – le perquisizioni hanno coinvolto altre sei persone, ma non sono state indagate”. Secondo la polizia, Sisi è un uomo che viaggiava molto in Italia e all’estero. Vive a Gassino (Torino), insieme alla moglie. Una coppia senza figli. In passato ha lavorato alla Fiat ed è stato uno degli “autoconvocati del ‘93”, la frangia della Fiom che non si riconosceva nei vertici di allora; poi è andato a lavorare alla Ergom, il gruppo dell’ex proprietario del Torino Calcio, Franco Cimminelli, specializzato in parti in plastica per auto. A detta di chi lo conosce svolgeva il suo lavoro “in maniera regolare”. “Non era un capopopolo, stava quasi sempre zitto alle riunioni”, sottolinea ancora chi gli lavorava insieme”. “Era un normale delegato che non assumeva posizioni oltranziste”, commenta Donata Canta, segretaria generale della Cgil di Torino. È invece Scivoli, separato e domiciliato presso i familiari, l’uomo che ha il passato più turbolento fra i due. Ha infatti precedenti per sequestro di persona, pubblica istigazione contro personalità dello Stato, tentato omicidio, rapina, porto e detenzione abusivo di armi, devastazione ed altro ancora. Si è avvicinato all’attività politica durante un periodo di detenzione nel carcere Bad e Carros ed ha avuto rapporti con le Brigate Rosse transitando nell’istituto penitenziario di Novara. Scarcerato nel ’95, è rimasto in libertà vigilata fino al ’97. Nell’aprile del ’99 Scivoli fu arrestato dalla Polizia, insieme ad altri due complici (Francesco D’Onofrio e Raffaele Stassi), all’uscita di una banca di Torino dove avevano appena rapinato 150 milioni di vecchie lire. All’epoca gli fu sequestrato materiale ideologico che faceva riferimento alla cellula di costituzione del partito comunista combattente.

 



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