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14 febbraio 2007

Terrorismo: sconcerto alla Ergom di Borgaro

Vincenzo Sisi lavorava come operaio alla Ergom di Borgaro, era delegato sindacale, non un oltranzista o un capopopolo, anzi nelle assemblee rarissimamente prendeva la parola. Il torinese Sisi, come le altre persone arrestate sembrano dei fantasmi, anche sul suo luogo di lavoro pochissimi lo ricordano, e soprattutto nessuno ha voglia di parlare di fronte alle telecamere. “Era un delegato, tranquillo, mai ci saremmo aspettati quel che è successo…” si limita a dire un impiegato. Nemmeno a Gassino, paese dove abita, nessuno lo conosceva, una vita riservata, anonima, fra la casa e l’orto dove gli uomini della Digos hanno recuperato armi e materiali sotterrate sotto la coltivazione di aglio. Ieri gli inquirenti hanno continuato a scavare, senza trovare nulla. Ora si sta analizzando quanto è stato sequestrato, in particolare sembra che Sisi, considerato uno dei capi, stesse pensando ad una rapina per finanziare l’attività clandestina, mentre dai suoi scritti risulta avesse seguito molto da vicino come spettatore diretto le proteste dei No-Tav e fosse rimasto colpito dalla mobilitazione di questo movimento composto dalla gente e dai giovani dei centri sociali. Oggi, davanti al giudice milanese Guido Salvini, si è rifiutato di rispondere alle domande, limitandosi a una dichiarazione spontanea che ha il sapore di un proclama: “Mi dichiaro prigioniero dei magistrati. Rivendico il mio percorso di militante nel cammino per la costituzione del Partito comunista nella linea del Partito comunista politico-militare, e respingo fermamente l’espressione “infiltrato terrorista” nella Cgil”. Sisi ha anche affermato di essere “un operaio e un sindacalista da 37 anni, un lavoratore in fabbrica che ha contribuito a costruire il sindacato all’interno di essa”. Intanto la Cgil lo ha espulso perché, ha spiegato la segretaria confederale Donata Canta “non intendiamo limitarci alla sola sospensione cautelativa” e il segretario del Piemonte, Vincenzo Scudiere ha aggiunto: “L’espulsione deve servire da monito”.



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