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21 marzo 2007

Bertone a rischio, la Fiat non interverrà nel salvataggio, preoccupazione per 1500 dipendenti

La Fiat non interverrà per salvare la Bertone e la storica carrozzeria torinese è sempre più a rischio di chiusura. La trattativa è saltata perché lo studio per produrre insieme il modello Lancia Coupè Cabrio non ha, secondo il Lingotto, un equilibrio economico. La situazione ha assunto una piega drammatica nelle ultime ore e la Regione ha convocato oggi pomeriggio la Bertone e i sindacati per fare il punto. “Continueremo ad impegnarci perché sia trovata una soluzione e per tutelare i lavoratori”, afferma Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte. La preoccupazione è forte, perché a luglio scadrà la cassa integrazione che interessa, da due anni, tutti i 1.500 lavoratori della Bertone. Per questo la Regione ha chiesto all’azienda di predisporre rapidamente un piano industriale sulla base del quale chiedere al ministero 12 mesi di cassa integrazione per riorganizzazione aziendale, periodo prorogabile di altri 12 mesi. Per valutare questa possibilità la Bertone riunirà il consiglio di amministrazione il 28 marzo e nella stessa giornata si incontrerà di nuovo con Regione e sindacati. Nel frattempo il vicepresidente Paolo Peveraro e l’assessore al lavoro Angela Migliasso chiederanno un incontro alla Fiat. Rimane però l’interrogativo su quali commesse potranno consentire alla Bertone di proseguire l’attività produttiva. Finora si è parlato solo della possibilità di produrre camper nello stabilimento di Grugliasco, attività che darebbe lavoro a 200 addetti. “Chiediamo alla Bertone che presenti una proposta seria in grado di salvaguardare tutti i 1.500 posti di lavoro – ha detto il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo – e alla Fiat di realizzare comunque a Torino il nuovo modello della Lancia. Bisogna impedire che cessi l’attività di un’azienda che ha 95 anni di storia nell’auto e nello stile a Torino e si disperda un patrimonio di alta professionalità”. Giuseppe Anfuso, della Uilm si è detto stupito della rottura della trattativa con la Fiat: “Possibile che l’accordo sia davvero sfumato per mancate intese sui costi di produzione? Ci risulta che il problema fosse stato risolto”. Venerdì si terranno le assemblee a Grugliasco e un’iniziativa è allo studio “per fare sentire la voce dei lavoratori” in occasione del consiglio di amministrazione del 28.



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