Matrimoni fittizi per fare ottenere permessi di soggiorno. Era lo stratagemma escogitato da un’organizzazione italo-albanese scoperta dai Carabinieri del comando provinciale di Asti. “Free Woman”, questo il nome dato all’operazione che ha visto l’impiego di circa 300 militari e l’esecuzione di 13 arresti. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere volta allo sfruttamento della prostituzione, allo spaccio di sostanze stupefacenti, all’immigrazione clandestina. La banda italo-albanese aveva base ad Asti e agiva da circa un anno. I matrimoni fittizi scoperti sono una mezza dozzina e vedono coinvolti cittadini albanesi. Per fornire la documentazione falsa che attestasse il rapporto matrimoniale l’organizzazione si faceva dare 400 euro. Si occupava anche di far figurare assunzioni inesistenti presso una fabbrica astigiana specializzata nella produzione ed assemblaggio di articoli in plastica, che ha ora cessato l’attività. Ogni permesso di soggiorno ottenuto con l’assunzione in fabbrica costava 300 euro. Una trentina i casi scoperti dai Carabinieri.

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