31 marzo 2024

31 MARZO 1944 – Retata nel Duomo di Torino: arresti nella Resistenza

duomo torino

Il 1944 fu un anno terribile per la Resistenza in città. Il comando tedesco in collaborazione con le autorità fasciste predispose la partenza di diversi convogli, carichi di ebrei e oppositori politici, dalla stazione di Porta Nuova verso i campi di Mauthausen e Ravensbruck.

Si oppose la Resistenza subalpina con diverse incursioni nelle quali trovarono la morte il gerarca Aldo Morei, amico personale di Benito Mussolini e Ather Capelli, direttore della Gazzetta del Popolo. A quest’ultima azione seguì l’immediata uccisione di cinque prigionieri. Ma le azioni dei partigiani non subirono battute d’arresto tanto che il segretario cittadino del partito Fascista Giuseppe Solaro, mandò un messaggio a Mussolini in cui chiedeva rinforzi, poiché convinto che in città ci fossero più di 5000 oppositori al regime.

I rinforzi arrivano e il 31 marzo, gli uomini della Federazione dei Fasci Repubblicani, fecero irruzione nella sacrestia del Duomo mentre era in corso una riunione clandestina, furono arrestati buona parte dei partigiani del 1° Comitato militare regionale piemontese (CMRP). Nella stessa azione furono rastrellate un quarantina di persone nelle vie limitrofe. I prigionieri furono quindi trasferiti alle Nuove, interrogati e processati. Il processo ebbe eco nazionale, tanto che lo stesso Mussolini si accertò che fosse stato rapido e con condanne esemplari, per dimostrare all’alleato tedesco l’affidabilità delle istituzioni fasciste.

La sentenza fu emanata dal ministro dell’Interno Buffarini dal commissario straordinario Zerbino e dal federale Solaro.

Otto dei prigionieri furono condannati alla pena capitale: Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano e il generale Giuseppe Perotti.



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