Anche il Bitter Campari ha origini piemontesi
Il cognome Campari deriva da “campari”, i contadini che irrigavano i campi. Infatti Gaspare era nato nel 1828 in provincia di Pavia, lì sul confine con l’ Alessandrino. Ma la campagna non gli piaceva e così scappoò via e cercò fortuna a Torino. Dapprima trovò lavoro come garzone alla liquoreria Bass, periferia subapina, poi passò al Cambio, il ristorante di Cavour.
Gaspare Campari a Torino cominciò a dedircarsi a soli 14 anni a quella che era la sua vera passione, fabbricare liquori. Ma a Torino l’ uomo perse la moglie e due figlie, ancora bambine. E così fuggì dal capoluogo piemontese per trasferirisi a Novara dove acquistò un bar, il caffè dell’ Amicizia.
E proprio a Novara continuò, nelle cantine, a miscelare alcolici, alla ricerca di gusti e bevande nuove. Miscele e distillati, questo era il suo vero passatempo o anche la sua ossessione. Giorno e notte fra alambicchi, provette, bottigliette. Un vero e proprio alchimista alla ricerca della bevanda perfetta. Finchè trovò la formula magica, ancora oggi segreta. Un numero imprecisato di erbe aromatiche e officinali, radici e frutta, tutto sapientemente miscelato,: nacque così il Campari. O meglio il “bitter all’ uso di Hollandia”, questo infatti era il nome originale. Che ovviamente fu sostituito da Bitter Campari.
Ma come spesso è successo alle invenzioni piemontesi, per la grande commercializzazione Gaspare Campari si trasferisce a Milano. Nella Galleria Vittorio Emanuele, a fianco del Duomo, apre un caffè-liquoreria frequentato dal bel mondo lombardo. Nel 1915sarà la volta del Camparino e di lì in avanti è tutta una catena di successi e di trionfi internazionali.
Grazie ad una stretta collaborazione con il mondo dell’ arte e della pubblicità il Bitter Campari diventa un prodotto di massa in tutto i cinque continenti.
Solo la Seconda Guerra Mondiale rallenta l’ espansione della bevanda italiana nel mondo, ma già nel 1946 la Campari sponsorizza la riapertura del Teatro La Scala con il concerto inaugurale di Arturo Toscanini e così si riprende la strada del successo.
Oggi la Campari è il sesto gruppo mondiale nel beverage, 50 marchi e 16 stabilimenti nel mondo. Ma tutto il successo ruota ancora attorno al Bitter. Che è nato in Piemonte, non dimentichiamolo.
Mario Castelli