60 ANNI DELLA COMUNITA’ DI BOSE

Bose è un’ eccellenza piemontese che tanti conoscono. Sessanta anni anni fa, l’ 8 dicembre 1965, nasceva nelle colline fra Ivrea e Biella (più precisamente nel comune di Magnano) la Comunità di Bose, fondata dal priore Enzo Bianchi. Oggi accoglie un’ ottantina di uomini e donne che seguono una singolare vita monastica.
Il fondatore è stato Enzo Bianchi, un monferrino, laureato in Economia e Commercio che qualche anno fa è stato allontanato dalla Comunità per ordine del Vaticano. Ma la vita di Bose prosegue regolarmente.
Si celebra la messa una volta alla settimana, mentre tutti i giorni la vita è scandita da uno strano calendario di preghiere. Si celebrano alcuni santi, ma si prega o si riflette anche sulla figura di Gandhi (il 30 gennaio), David Livingstone (il 30 aprile), Martin Lutero (il 18 febbraio). Si può anche venerare Buddha il 27 novembre), Visnù, Shiva e Maometto.
La porta di Bose è sempre aperta, a tutti. Chiunque può arrivare, fermarsi qualche giorno: non ci sono tariffe. All’ uscita c’è una buca delle lettere dove ognuno può lasciare – se lo desidera – un’ offerta equivalente al costo del suo soggiorno, o anche di più. Fra ulivi e vigne, piante da frutta e orti si possono trascorrere giornate nel silenzio, nella riflessione, nella meditazione e – per chi lo desidera – nella preghiera. Un’ oasi di pace e di dialogo indispensabili per uscire dallo stress della vita di tutti i giorni. Ma anche l’ occasione per riflettere su alcune tematiche calde della nostra società, come l’ eutanasia, il divorzio e i sacramenti, la tolleranza religiosa.
I membri della Comunità si occupano di agricoltura, falegnameria, arte della ceramica, editoria. Nello spaccio è possibile acquistare i loro prodotti, dalle marmellate all’ olio, dal vino alle opere in legno ai libri.
Per saperne di più www.monasterodibose.it
Mario Castelli