26 maggio 2021

La Tesoriera, una delle più belle ville di Torino

Parco-della-Tesoriera

Incastrata nel cuore di Borgata Parella, è meta di pensionati in cerca di frescura in estate, di bambini che si rincorrono gioiosi fra i suoi alberi e di coppiette che si scambiano baci e promesse sulle panchine. Nel suo parco vive e cresce rigoglioso, quello che è considerato l’albero più vecchio della città: il Nonno. Un enorme platano che si trova poco distante dall’ingresso principale, nei suoi trecento e più anni di vita è stato testimone muto delle sorti inquiete della villa.

La Tesoriera fu così chiamata perché costruita su ordine di Aymo Ferrero di Cocconato, consigliere di Stato e Tesoriere generale del Regno Sabaudo. Il Nobiluomo aveva acquistato il terreno di campagna, oggi ridotto a sette ettari, dove sorge la villa. Incaricò quindi Jacopo Maggi di progettare e portare a termine i lavori. Maggi aveva operato per lo più nella sua terra, ma era noto a Torino per aver lavorato come scenografo, costumista e impresario del Teatro Regio.

La villa della Tesoriera rispetta i canoni estetici e strutturali dei palazzi barocchi torinesi ed è chiaro che Maggi si ispirò ai modelli Guariniani, con cui era entrato in contatto durante i suoi soggiorni torinesi. I dipinti murali, soprattutto quelli del salone, sono attribuiti a Giovanni Battista Pozzo. La villa fu inaugurata nel 1715, alla presenza di Sua Maestà Vittorio Amedeo II e di tutta la corte.

Aymo Ferrero di Cocconato morì nel 1719, lasciando la sua vedova in forti difficoltà economiche; la villa fu quindi acquistata da Roberto Ghiron Asinari di S. Marzano, primo scudiero di Madama Reale Maria Giovanna Battista e marito della prima dama d’onore della Regina. Nel periodo dell’occupazione francese, anche La Tesoriera venne ridotta ad alloggiamento per le truppe, fino a quando nel 1806 l’avvocato Leovigildo Massa l’acquistò.

Le traversie della villa non erano però terminate, passò ancora di mano in mano fino al 1869 quando fu acquistata dal marchese Ferdinando Arborio Gattinara di Breme, duca di Sartirana, Senatore del Regno e direttore generale dell’Accademia Albertina. Uomo di cultura quindi, ma anche raffinato bibliofilo e importante collezionista di opere d’arte. Il duca diede un’immediata impronta trasformando il nome della residenza in Villa Sartirana, fece quindi creare nel parco un giardino alla francese e uno all’olandese. Anche la villa subì alcune modifiche furono infatti edificate una nuova ala a levante e la cappella. La villa divenne un importante centro culturale, sede di preziose collezioni e di una meravigliosa biblioteca con oltre 1500 volumi, per lo più di storia naturale e botanica.

Villa Sartirana non fu più venduta e, per diritto ereditario, nel 1934 divenne proprietà del principe Amedeo Savoia Duca d’Aosta che, con importanti opere di riqualificazione, le regalò l’aspetto attuale facendo aggiungere la seconda ala a ponente. Da allora la Villa venne adibita a luogo di rappresentanza. Il Duca non la vide ultimata poiché morì prigioniero in Africa nel 1941, anno in cui si conclusero i lavori. Durante l’occupazione tedesca Villa Sartirana fu occupata e in quell’occasione scomparve la ricca biblioteca e gran parte degli arredi originali, per fortuna non fu oggetto, se non in maniera lieve, dei bombardamenti che colpirono Torino.

Nel 1962 i Duchi d’Aosta vendettero l’intera proprietà ai Padri Gesuiti e La Tesoriera fu destinata a edificio scolastico e circolo privato. Il parco e la Villa furono però acquistati dal Comune di Torino e nel 1971 i suoi cancelli furono spalancati al pubblico. Negli anni si sono susseguiti diversi interventi di restauro e riqualificazione. All’interno della Tesoriera ha sede la Biblioteca Musicale “Andrea Della Corte”, prima e unica biblioteca in Italia specializzata in musica, vanta oltre 77.000 volumi oltre a documenti audiovisivi e libretti d’opera.

Non solo un polmone verde quindi, ma uno spazio storico e culturale di rilevanza nazionale.

Patrizia Durante



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