Processo per sperimentazione pillola abortiva
Si andrà al processo. L’inchiesta sulla sperimentazione della pillola RU486, la cosiddetta pillola dell’aborto farmacologico, si è conclusa e i magistrati guidati da Raffaele Guariniello hanno pronta la richiesta di rinvio a giudizio per 4 medici dell’ospedale ginecologico Sant’Anna (il ginecologo Silvio Viale, il primario Mario Campogrande, il professore universitario Marco Massobrio e l’ex direttore generale dell’ospedale, Gianluigi Boveri). Sarebbe stata violata, secondo i pm, la legge 194, quella sull’interruzione di gravidanza: in che modo? Nel settembre 2005 fu avviata a Torino la sperimentazione di questa pillola abortiva. Dopo poche settimane l’allora ministro della salute Storace inviò gli ispettori e la fece sospendere inviando gli atti alla procura. Perché? La pratica per la pillola abortiva consiste nell’assunzione di tre diversi farmaci: la prima pastiglia da assumersi entro le prime 3 settimane di gravidanza, la seconda provoca il distacco dell’embrione dall’utero e la terza l’espulsione dell’embrione. Secondo la legge le pazienti debbono restare in ospedale fra l’assunzione di un farmaco e l’altro. A loro fu invece consentito di uscire dal Sant’Anna con gravi rischi per la loro salute. I medici indagati si dicono preoccupati che questo processo possa frenare l’iter di sperimentazione di una pratica abortiva che non richiede intervento chirurgico.