Giorni felici quelli di 15 anni fa per il maresciallo dei Carabinieri Riccardo Ravera, nome in codice “Arciere” vice della squadra guidata dal Capitano Ultimo, che il 15 gennaio 1993 catturò Totò Riina. Immagini di gioia che stridono con la rabbia e il dispiacere di oggi. Per quell’operazione il maresciallo Arciere ricevette un encomio solenne del Comando dei Carabinieri e la medaglia di bronzo del Presidente della Repubblica. Riconoscimenti che adesso vuole restituire, rimandare al mittente perché è indagato dalla Procura di Torino per concorso in estorsione. Dopo l’operazione di Palermo “Arciere” fece varie esperienze e fra queste si ritrovò a Pinerolo, chiamato ad indagare sul clamoroso furto di mobili antichi nella Palazzina di Stupinigi del febbraio 2004. Un anno di ricerche e quei mobili vengono ritrovati, anche in seguito al pagamento di una sorta di riscatto di 250mila euro. I magistrati subalpini hanno aperto un’inchiesta per scoprire dov’è finito quel denaro. Un affronto che “Arciere” non accetta: “Sono fiducioso – dice – aspetto tranquillo la conclusione dell’inchiesta, ma per ora ho deciso di strapparmi la medaglia dal petto e restituirla personalmente al Presidente della Repubblica e rimandare al mittente l’encomio solenne”. “La capacità professionale e il passato del carabiniere “Arciere” non sono in discussione. Ci sono solo dei fatti da chiarire nell’ambito di uno specifico procedimento”. Sono le dichiarazioni di Marcello Maddalena, procuratore capo a Torino. Il maresciallo era già stato ascoltato come persona informata sui fatti. Il suo difensore, Loredana Gemelli, ha chiesto un interrogatorio e a questo proposito, a Palazzo di Giustizia spiegano che “stiamo cercando di concordare al più presto una data”.

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