Albanese riconosce bimba di Casale nata da madre in coma
Si è presentato ai Carabinieri di Casale Monferrato per riconoscere Gaia, la bambina nata da una donna in coma farmacologico dopo essere stata investita da un’auto. Si tratta di un albanese di trent’anni, con cui la donna, Antonella Scaiola, aveva avuto una relazione fino a poco tempo fa. La bimba, in assenza anche di padre, rischiava di finire in adozione, in quanto non poteva essere collocata nel registro anagrafico. Di lei si erano interessati i nonni materni, che avevano incaricato un avvocato, Paolo Casalone, di inoltrare una istanza al Tribunale dei Minori di Torino per ottenere l’affidamento della piccola Gaia. I medici dell’ospedale di Alessandria avevano dovuto praticare il taglio cesareo alla donna dopo il gravissimo incidente stradale (era stata travolta da un’auto) del 20 maggio scorso. Il conducente omicida era stato rintracciato e probabilmente sarà condannato a un oneroso risarcimento per i danni alla persona. I nonni, per tentare di farsi affidare la bambina, avevano anche chiamato in causa l’ostetrica che l’aveva vista nascere, ma la sua testimonianza sul piano legale non era bastata. L’albanese che oggi ha deciso di riconoscere Gaia, era stato rintracciato subito, ma nei primi giorni che erano seguiti ai drammatici eventi non sembrava intenzionato al passo che ha invece effettuato ieri sera. Un ripensamento dovuto a un caso di coscienza, oppure un consiglio arrivato da un legale? A Casale l’opinione pubblica è divisa, perché il neo padre ha ancora qualche problema con la giustizia da risolvere.