Fiat: preoccupazioni per Mirafiori
Sergio Marchionne tende a tranquillizzare tutti, dagli operatori di borsa ai lavoratori. Alla presentazione della Lancia Delta e ancora ieri a Venezia, ha ribadito il target del secondo trimestre, ricordando la tenuta delle quote Fiat in Europa e addirittura la crescita in Italia – in un mercato in coma profondo. Infine, motivi di consolazione per l’amministratore delegato del Lingotto arrivano dal Brasile, dove le quattro ruote italiane (costruite a Betim, nel Minas Gerais) incassano una crescita del 7,2%. Numeri e percentuali di tutto rispetto che però non tranquillizzano il sindacato: ieri il segretario della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, ha lanciato “un piccolo campanello d’allarme”, segnalando il rischio che lo stabilimento di Mirafiori possa riprecipitare nella situazione emergenziale da cui era appena uscito. I volumi produttivi sono diminuiti in due anni da 889 a 821 vetture al giorno. In prospettiva “non si vedono strategie in grado di riportare la produzione a livelli di sicurezza”. Le preoccupazioni per una situazione segnata dal rincaro del petrolio e da una conseguente, secca caduta delle immatricolazioni in Italia, sono aggravate dal fatto che i modelli assemblati a Mirafiori, con due piccole eccezioni (il restylin della Lancia Musa e la nuova Alfa Mito, un’auto importante ma con volumi ridotti), sono a fine corsa e non è ancora chiaro se saranno sostituiti da nuovi e, ancora, se gli eventuali nuovi modelli saranno fatti a Torino o in altre realtà produttive. La vecchia Punto sta per uscire di produzione, dell’ammiraglia Thesis si assemblano non più di 4 esemplari al giorno. La Grande Punto è sospesa e i torinesi temono che l’intera produzione sarà concentrata a Melfi, la Multipla non ha per ora eredi a Mirafiori. Anche gli spazi sterminati della grande fabbrica torinese sono utilizzati per una parte molto ridotta, e le nuove attività qui convogliate (Abarth, Cnh, Motor Village, Centro ricerche) non concernono la produzione. L’occupazione, infine, è scesa di 200 unità (sono 17 mila i dipendenti, inclusi gli addetti di Rivalta e Volvera).