I soldi ci sono – proprio oggi la commissione bilancio del Consiglio regionale ha dato il via libera a uno stanziamento di 500 mila euro all’anno per tre anni – ma la proposta, puntare sul turismo nudista, divide gli stessi esponenti del Pd, il partito che l’ha formulata. A partire dai presidenti di giunta e consiglio: l’ex diessina Mercedes Bresso a favore “come segno di società tollerante”, il cattolico Davide Gariglio contrario, “perché non è una priorità”. Bresso sottolinea di non avere mai praticato il nudismo, ma “se grazie a questa legge arriveranno in Piemonte più turisti – afferma – sarà un bene, oltre che un segno di una società tollerante”. Gariglio invece dichiara che non firmerà perché il suo ruolo gli impone di sottoscrivere soltanto iniziative bipartisan, ma anche “perché non è una priorità”. L’idea del primo firmatario della proposta, Marco Travaglini, è di dirottare sul Piemonte parte del mezzo milione di naturisti italiani che scelgono paesi come Francia, Grecia e Croazia, da tempo attrezzati per ospitarli. E anche attirare una quota dei 15 milioni di nudisti europei. C’è poi chi obietta che “in Piemonte non c’è il mare”. Travaglini risponde che “ci sono bellissime zone lacustri e collinari, ideali per valorizzare pratiche di vita sana all’aria aperta”.

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