Morti amianto: vertici Eternit pronti a risarcire
Alcune decine di milioni di euro per risarcire oltre duemila morti a causa dell’amianto. Fa discutere l’offerta del miliardario svizzero Stephen Schmidheiny, uno dei proprietari della Eternit che aveva stabilimenti a Casale Monferrato e Cavagnolo in Piemonte, a Ribera in Emilia e a Bagnoli nel Napoletano. A una settimana dalla richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Torino per disastro doloso, l’industriale elvetico si rende disponibile ad un risarcimento con spirito filantropico e sensibilità sociale, come dicono i suoi legali. Difficile parlare di filantropia a chi come la signora Romana Blasotti Pavesi a causa dell’amianto ha perso il marito, una figlia, una sorella e un nipote: “Hanno sempre negato tutto, quando venivano le ispezioni pulivano, davano le tute nuove e nascondevano anche l’evidente pericolo in cui si lavorava” Secondo il procuratore Guariniello l’amianto ha mietuto vittime non solo fra chi lavorava alla Eternit, ma anche all’esterno in quanto la multinazionale riforniva il minerale killer per pavimentare tetti e cortili esponendo le popolazioni a continue e pericolose esalazioni. “È una proposta parziale che però presenta dei motivi di interesse”: così Sergio Bonetto, l’avvocato che guida le parti civili nel processo Eternit, definisce l’offerta di un indennizzo da parte del magnate svizzero Stephan Schmidheiny. “Il risarcimento – spiega – riguarderebbe solo un certo numero di lavoratori. Per le altre vittime, come i privati cittadini, non è previsto nulla, e questo ci lascia perplessi. C’è comunque un aspetto interessante: si tratta di un’offerta aperta, chi non accetta può costituirsi parte civile restando nel processo”.