Tumore alla prostata, ecco tallone Achille per batterlo
È nascosta in due minuscole molecole (micro- Rna) contenute nel cromosoma 13 la chiave per comprendere l’aggressività del cancro alla prostata ma anche la via rivoluzionaria per tentare una cura. Due piccoli geni che normalmente funzionano da freno allo sviluppo del tumore, ma se si deteriorano o si perdono portano le cellule alla crescita incontrollata; viceversa una volta reintrodotti dentro le cellule malate queste muoiono. Le ricerche, pubblicate sulla rivista inglese Nature Medicine, portano la firma italiana e vengono definite dagli autori entusiasmanti perché aprono la strada ad applicazioni cliniche in tempi brevi. Allo studio hanno collaborato l’equipe del professor Giovanni Muto, primario di Urologia dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino e dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo di Catania, finanziata grazie ai fondi dell’accordo Italia-Usa e dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Il tumore alla prostata (44.000 diagnosi l’anno in Italia) viene trattato attualmente con la terapia ormonale e la chirurgia che però si rivela efficace solo negli stadi iniziali in quanto non esiste alcuna cura valida per il tumore allo stadio avanzato che ancora provoca la morte di oltre il 20% dei pazienti affetti da cancro alla prostata. Sebbene negli ultimi quindici anni il dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA) abbia aumentato considerevolmente le diagnosi precoci e le possibilità di guarigione, il cancro alla prostata rappresenta ancora oggi la seconda causa di morte da tumore nell’uomo dopo il carcinoma del polmone.