Gabetti e Grande Stevens rinviati a giudizio per aggiotaggio
Con cinque rinvii a giudizio per aggiotaggio informativo si è chiusa a Torino l’udienza preliminare per l’equity swap di Ifil-Exor, l’operazione che nel 2005 permise all’Ifil (la finanziaria di casa Agnelli) di mantenere il controllo della Fiat. Dopo quattro ore e mezzo di camera di consiglio, il gup Francesco Moroni ha deciso di accogliere le richieste della Procura. Il prossimo 26 marzo saranno processati in tribunale l’avvocato Franzo Grande Stevens, chiamato in causa nella veste di consulente legale e consigliere d’amministrazione di Ifi-Ifil, Gianluigi Gabetti (presidente d’onore Ifil) e Virgilio Marrone (amministratore delegato Ifi). I giudici vaglieranno anche la posizione dell’Ifil e della Giovanni Agnelli & C. Sapa, che compariranno come persone giuridiche. Il contratto di equity swap su 82,25 milioni di azioni Fiat fu stipulato dalla banca d’affari Merryl Linch e la finanziaria lussemburghese Exor (controllata da Ifil) nell’aprile del 2005. In settembre i titoli furono acquistati da Ifil nel momento in cui otto banche convertirono il prestito di tre miliardi in azioni. La finanziaria di casa Agnelli, con questa operazione, riuscì a mantenere il 30% della società superando quello che Gabetti, oggi, ha ricordato come “un momento drammatico”. La causa riguarda i comunicati diffusi il 24 agosto 2005 da Ifil e Giovanni Agnelli & C., quando, alla vigilia del convertendo, Torino – su richiesta della Consob – affermava di non avere intrapreso iniziative particolari.