13 mesi dopo la tragedia del 6 dicembre 2007 e la morte di 7 operai della Thyssen, il 15 gennaio prossimo, a Torino, si aprirà il processo contro i vertici della multinazionale tedesca, che dovranno rispondere di una pesantissima accusa: quella di omicidio volontario per l’amministratore delegato, omicidio colposo, invece, per gli altri 5 imputati. Il processo si terrà, a porte aperte, in Corte d’Assise. È la prima volta in Italia che per un incidente sul lavoro viene riconosciuta l’accusa di omicidio volontario. È stato il giudice Francesco Gianfrotta ad accogliere la tesi del pro curatore Raffaele Guariniello: “Un fatto storico non solo per questa vicenda drammatica ma per tutta la giurisprudenza italiana”. Alla lettura della sentenza urla di giubilo e di commozione da parte dei parenti delle 7 vittime: “Grazie, giustizia è fatta… finalmente una soddisfazione dopo mesi di dolore e di rabbia. In galera devono andare”. Nessun commento invece da parte degli avvocati difensori dei 6 imputati: l’amministratore delegato della Herald Espenhahn, i consiglieri Marco Pucci e Gerald Priegnitz, i dirigenti Daniele Moroni, Giuseppe Salerno e Cosimo Cafueri. La vicenda della Thyssen scosse l’Italia intera con la morte di 7 giovani vite per le gravissime ustioni nell’incendio alla maledetta linea 5, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Giuseppe Demasi, Antonio Schiavone, Angelo Laurino e Bruno Santino.

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