Resta in carcere Giuliano Soria. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Torino, al quale si era rivolto l’ex presidente del premio letterario Grinzane Cavour arrestato lo scorso 12 marzo. I giudici hanno confermato l’ordine di custodia cautelare solo per il filone d’indagine legato alla malversazione dei finanziamenti pubblici e non per quello sui maltrattamenti e le molestie sessuali al domestico delle isole Mauritius; a questo proposito, l’avvocato difensore, Roberto Piacentino, parla di “passo avanti”, anche se “purtroppo non abbiamo ottenuto la libertà”. Secondo le prime informazioni, i giudici si sarebbero limitati a prendere atto che, per quanto riguarda gli insulti e le vessazioni sul giovane immigrato, non ci sono più rischi di inquinamento delle prove e che, quindi, il carcere non è necessario. L’impianto accusatorio dei pubblici ministeri, insomma, sembra confermato. Ma Soria, pur negando di avere commesso episodi di violenza sessuale, avrebbe ammesso solo qualche intemperanza verbale dovuta a un carattere non sempre accomodante. Diverso è il discorso per la malversazione, su cui le indagini della Procura e della Guardia di Finanza sono in pieno svolgimento. Ai 915 mila euro conteggiati nell’ordinanza di custodia gli investigatori ne hanno aggiunti altri: una somma compresa fra i 400 e i 600 mila euro, ottenuta da Soria per l’attività del Grinzane Cavour ma – si pensa – usata a scopi personali. Si sta cercando di far luce anche sui fondi erogati da Angelo Soria, il fratello di Giuliano, da dirigente dell’ufficio comunicazione e immagine della Regione (ora trasferito). L’associazione Grinzane Cavour, dopo l’arresto del suo presidente, ha chiuso i battenti. Due giorni fa tredici lavoratori (di cui cinque a tempo indeterminato) sono stati licenziati dal liquidatore, Enrico Stasi, che sta ricostruendo la contabilità del sodalizio e quantificando le passività del sodalizio: si ipotizzano almeno cinque milioni di euro.

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