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05 aprile 2009

Domani si apre a Torino il processo per i morti della Eternit

È già stato ribattezzato il processo del secolo, il più grande dibattimento mai fatto in Europa per le morti da amianto. Bastano i numeri: 200mila le pagine di documenti e perizie, 2.889 le parti civili fra morti e ammalati, 2mila solo nel territorio di Casale Monferrato dove sono 1.500 le vittime che per anni hanno lavorato alla Eternit. Ma della città alessandrina – in questi anni ci sono state centinaia di assemblee, cortei e fiaccolate – ci sono anche migliaia persone che nella loro vita mai hanno messo piede nella fabbrica della morte eppure si sono ammalati ugualmente respirando fibre di amianto. Per questo il numero di parti civili potrebbe salire fino a 5- 6mila. A fronte di numeri così grandi, due solo gli imputati che il giudice dell’udienza preliminare di domani dovrà decidere se rinviare a giudizio con l’accusa di disastro doloso e di mancanza di cautele sui luoghi di lavoro: gli ultimi proprietari della Eternit, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jan Luis De Marchienne. Domani non saranno all’udienza. La Procura di Torino si è preparata allestendo 3 maxiaule capaci di accogliere 1.200 persone: percorsi guidati, presidio medico, controlli informatizzati. Udienza a porte chiuse, ovviamente, trattandosi di udienza preliminare. A reggere l’accusa il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. Di fronte alla Procura domattina manifestazione della Cgil, in arrivo delegazioni anche da Cavagnolo, nel Torinese, da Rubiera in Emilia e Bagnoli nel Napoletano dove c’erano stabilimenti della Eternit.



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