Giacomo Morra, l’ inventore del tartufo
Dietro ogni successo c’ è il lavoro di tante persone, ma anche il genio di qualcuno. Dietro il genio si nascondono racconti o episodi dei quali nessuno è mai in grado di dimostrarne l’ autenticità.
Che il tartufo bianco d’ Alba stia vivendo anni di successo mondiali è acclarato. Che dietro questi trionfi ci sia l’ intuizione di Giacomo Morra è ormai riconosciuto da tutti. Ma quali furono davvero i meriti del commerciante albese è argomento circondato da aloni di mistero.
Si dice che nel 1954 inviò un tartufo eccezionale a Marylin Monroe, scegliendo l’ anno giusto della consacrazione della diva hollywoodiana. Nel suo hotel Savona, l’ unico albergo di Alba, avrebbe ospitato per diversi giorni Alfred Hitchcock e moglie guidandoli alla scoperta delle delizie della trifola. E quel cane –tabui acquistato per il pugile Joe Di Maggio…Per non parlare del maxi-tartufo da due chili e mezzo spedito al presidente americano Harry Truman…
Leggende? Realtà? Chi lo sa…
Quel che è certo è che Giacomo Morra, nato nel 1889 da famiglia di contadini di La Morra, ha vissuto una vita di fatiche, a cavallo fra le due guerre, ha creduto nella forza del lavoro e della sua terra, e soprattutto ha seguito il suo intuito lungimirante. Le foto in bianco e nero lo ritraggono sempre con il suo fisico segaligno, inappuntabile in giacca e cravatta. E’ stato certamente un precursore dei moderni uffici stampa e delle pubbliche relazioni. Nel suo hotel Savona incontrava i contadini che scendevano ad Alba per il mercato delle uve ma anche i notabili delle Langhe, i politici in cerca di consensi e le migliaia di commercianti in odore d’ affari, i borghesi che già conoscevano il tartufo e gli avventori alla ricerca di novità.
Ma soprattutto inventò un modo per conservare le trifole, intatte con i loro aromi e profumi, e per spedirle ai divi del cinema e ai potenti della terra. In un servizio pubblicitario degli Anni Cinquanta si legge che “più di centomila scatole di tartufi partono ogni anno da Alba dirette verso Londra, Parigi, New York, Tokyo”. Badate bene, siamo negli Anni Cinquanta…
Il suo capolavoro era arrivato alla fine degli Anni Venti con l’ invenzione di una fiera appositamente dedicata al tartufo, una scommessa sul potere evocativo di questo misterioso prodotto della terra, puntando sul mito prima ancora che sulla consistenza a tavola. In anni in cui si viveva di miseria e di malora credere in un prodotto di lusso sembrava assurdo e invece sarà l’ arma vincente: la trifola diventa così oggetto del desiderio inarrivabile e quindi …il sogno.
Il carattere avventuroso di Giacomo Morra e il potere suggestivo del tartufo…l’ accoppiata è perfetta per un successo mondiale.
A oltre 50 anni dalla sua morte del 1963 il suo intuito è ancora lì, tra le contrade di Langa che con il sapor di tartufo sono diventate ricche.
Mario Castelli